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domenica 10 marzo 2013

BRIDGESTONE DI MODUGNO (BA): SIAMO SOLIDALI SOLO CON I DIPENDENTI

La vicenda della Bridgestone dovrebbe svegliare i lavoratori pugliesi da un lungo sonno nel quale si sono generate varie tipologie di mostri: imprenditoriali, politici, sindacali e amministrativi. E' ovvio che un annuncio così improvviso abbia spiazzato tutti. Quello che invece è sospetta è la solidarietà pelosa di tutti gli altri soggetti di cui sopra e il polverone mediatico. Come se qualcuno avesse interesse ad aumentare la confusione temendo che, a partire dalla riunione che si terrà il 14 marzo al Ministero dello Sviluppo Economico (come del resto avvenuto per tutte le altre crisi aziendali) emergano, dai dati presentati dalla multinazionale giapponese, responsabilità precise della classe dirigente italiana e dei suoi sodali sindacali e locali. E la Puglia non è una regione qualsiasi, lo si è visto nelle recenti tornate elettorali, lo si è cominciato a capire dalla vicenda dell'ILVA di Taranto. Questa regione può diventare, è l'impressione di tutti gli osservatori, il casus belli, l'inizio della fine per il sistema italia, l'epicentro della scossa che scatenerà lo tsunami definitivo.Era meglio che l'annuncio fosse stato dato o no, relativamente alle intenzioni? In queste cose non è meglio la chiarezza piuttosto che il solito minestrone all'Italiana? E come mai il propagandato nuovo modello di sviluppo concepito da colui che governa la regione da otto anni, dopo tutto questo tempo non ha saputo creare alternative locali allo sviluppo portato dalle multinazionali? Ci auguriamo che alla fine la Bridgestone non chiuda ma auspichiamo anche che esca fuori la verità sul motivo della decisione dell'Azienda in modo che chi sarebbe esposto alle peggiori conseguenze possa trarre le sue conclusioni sulle capacità dei sindacati che ha scelto come rappresentanti e dei politici che ha scelto come amministratori locali, parlamentari e ministri di pensare a idee alternative di sviluppo che creino posti di lavoro durevoli.

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